Quando dissi ad un’amica (parrucchiera professionista) che avrei scritto un articolo sul balayage e sullo shatush mi postò su Facebook una vignetta in cui due ragazze si dicevano: “Bellissimo il tuo shatush! Quanto l’hai pagato? Io 80 euro…” e l’altra rispondeva: “Cosa??? Non mi tingo i capelli da mesi… Non credevo che la mia pigrizia potesse tornare utile!”
Questo scambio di battute può servire per comprendere la differenza tra le due tecniche.
Il balayage è un metodo di colorazione parziale indicata per chi desidera possedere una tinta illuminata uniformemente da evidenti colpi di luce, per chi vuole schiarire leggermente i capelli, o mettere l’accento sulla parte anteriore del viso, su una frangia. Si realizza preferibilmente su capelli naturali, rispettando soprattutto il colore di base. È adatto in particolare ai colori medi e chiari. Non si ha la divisione in ciocche e non è necessario l’ausilio della stagnola come per le mèches. Si ottiene schiarendo solo le ciocche più esterne dei capelli, per tutta la lunghezza, dalla radice alla punta.
Per un effetto solare, per esempio, l’applicazione avviene con il pennello in modo tale che risulti molto leggero. Ma è possibile anche ottenere un contrasto più marcato per un’acconciatura più ricca di rilievo. Prima di procedere col balayage è necessario eliminare le punte rovinate con un taglio, per raggiungere un risultato luminoso e personalizzato. È bene infine sapere che il balayage, sviluppandosi dalle radici alle punte, originerà varie sfumature, ma queste saranno tutte dello stesso colore.
Lo shatush invece è indicato per chi vuole schiarire i capelli a mezza lunghezza creando un contrasto visibile con la radice, quasi si trattasse di una ricrescita o di una schiaritura naturale provocata dal sole e dal mare. Si ottiene cotonando i capelli, decolorandoli in varie gradazioni ed impregnando la parte cotonata (l’ultimo terzo della lunghezza) con un pennello mantenuto in posizione perpendicolare alla ciocca. Fatto ciò si controlla a vista la schiaritura e, dopo aver ottenuto il risultato desiderato, si procede al risciacquo. In genere si lascia l’effetto del colore raggiunto, ma si può anche concludere tonalizzando con un riflessante che aiuta a contrastare l’effetto “giallognolo” che la decolorazione lascia sul capello.
Il costo del balayage si aggira attorno ai 50-80 euro, in base alla lunghezza dei capelli e alla gradazione di colore desiderata. Per il mantenimento dell’effetto permanente creato è opportuno recarsi dal parrucchiere solamente ogni 3 o 4 mesi. A differenza di una tinta classica, in cui è necessario ritoccare le radici ogni mese, risulta molto meno vincolante poiché le ciocche si confondono in modo naturale nella chioma. Anzi è sconsigliato aumentare il numero delle sedute dal parrucchiere, in quanto, ad ogni ritocco, egli è costretto a trattare nuove ciocche, portando la chioma a tendere verso un biondo platino, ben lontano dall’effetto naturale che caratterizza il metodo. Per nutrire in profondità i capelli schiariti è essenziale un costante utilizzo di prodotti idratanti, alternato a trattamenti (shampoo e maschere) specifici per capelli biondi. In questo modo la chioma rimarrà a lungo luminosa, brillante, corposa e sana.
Pur non essendo una tecnica invasiva è necessario evitare l’abuso del balayage per non alterare la natura del capello; quindi non si deve eccedere con le sedute dal parrucchiere prendendosi invece cura della propria capigliatura a casa. A differenza dello shatush, ove la cotonatura tende a rovinare i capelli, soprattutto se sottili, il balayage è adatto a tutte le persone!
Il balayage sta riscontrando il favore di milione di donne in tutto il mondo, a partire dalle dive di Hollywood che l’hanno scelto per un look naturale e sobrio, ma allo stesso tempo unico, personalizzato ed elegante.